Lo scorso 10 aprile 2013, a Officina Giovani, l'Associazione culturale Altroteatro ha messo in scena uno spettacolo teatrale tratto dal celebre Uomo e galantuomo di Eduardo De Filippo, dal titolo Teatranti, poeti e muort' 'e famme con interpreti Anità Scianò, Chiara Antoniello, Andrea Marchese, Evita Milone, Alessandra Macaluso, Virginia Sanesi, Carlo Bellitti e Francesca Grasso.
La scelta è stata quella di concentrarsi sulle rocambolesche e comiche vicende della squattrinata compagnia di teatranti ingaggiata a Bagnoli (tenendo presente le differenti stesure della commedia) intervallate da alcune delle più famose poesie di Eduardo come 'O culore d'e pparole, Io vulesse truva' pace alternate a un paio di canzoni della tradizione napoletana (con musiche dal vivo di Vincenzo Santaniello).
La scena allestita semplicemente con sedute in vimini e piante era perfettamente ad hoc per inscenare l'atrio di un albergo (alloggio della compagnia). Davvero riuscita la trovata di alternare al dialetto napoletano quello toscano con gag davvero esilaranti come quella della famosa scena della "prova" della Malanova di Libero Bovio "Nzerra chella porta" col litigio tra il capocomico e il suggeritore (in questo caso una toscanaccia doc) e "scambi" di battute accompagnati in sottofondo dallo sbellicante lamento della madre moribonda (afflitta d'asma e tosse) interpretata da una attrice che non indovina mai i tempi e le giuste "tonalità".
Uno spettacolo distensivo, divertente e ben realizzato grazie alla sceneggiatura e regia di Antonello Nave (che ha curato anche la presentazione di apertura allo spettacolo).
A conclusione, per chiudere una sorta di "cerchio" ideale, la canzone d'apertura, allegra e giocosa come in fondo tutto lo spettacolo (la Canzone 'e criature), benché non siano affatto mancati momenti di profonda riflessione, anch'essi parte della vita, del resto chi non si è mai trovato a pensare queste stesse parole:
Io vulesse truva' pace; ma na pace senza morte.
Una,'mmiez'a tanta porte, s'arapesse pe' campa'!
S'arapesse na matina, na matin"e primmavera,
arrivasse fin"a sera senza di': "nzerrate lla" !
Più spesso bisognerebbe riscoprire i grandi del passato rinverdendoli alla luce del presente e questo spettacolo ce ne ha dato proprio un bell'esempio.
Ilenia Vecchio - ERBA magazine
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