"Non abbiamo combattuto contro i Vietcong, ma contro noi stessi".
Una frase che rimarrà nella mente di Chris, volontario della guerra del Vietnam, dalla quale uscirà vivo per miracolo da un ultimo e folle massacro ai danni dell'esercito americano.
Da semplice recluta, aprirà gli occhi sullo scempio compiuto dai suoi compagni in un villaggio civile, diventando un soldato maturo e pronto a non tollerare più atti di prepotenza ed indecenza come quelli che ha visto accadere sotto i suoi occhi.
Tutti i soldati descritti nella pellicola firmata Oliver Stone sono uomini catapultati ingiustamente contro la loro volontà sul campo di battaglia. Anche Chris, nonostante si sia arruolato volontariamente, durante la permanenza in Vietnam arriverà ad affermare che "l'inferno è l'impossibilità della ragione".
Si innesca a questo punto per Chris un complicato dilemma psicologico: chi seguire ed ammirare? Il sergente Barnes oppure il sergente Elias? Il primo è un super soldato, il secondo è un supereroe.
Tutti hanno dei sogni: Barnes vuole vincere la guerra ad ogni costo anche con mezzi scorretti mentre Elias desidera la realizzazione concreta del "sogno americano".
Il film mostra la trasformazione psicologica dell'uomo da essere razionale a bestia sadica e sanguinaria, esattamente come accade in "Full Metal Jacket" di Stanley Kubrick.
Brian Vannacci - ERBA magazine
Punto Giovani Europa