La scrittura della Mazzantini è sempre quella intensa e potente che l'ha resa grande. L'assenza di capitoli e di altri sbarramenti concentra la storia in un unico blocco; l'incedere fitto e mitragliante, proprio di chi arriva al sodo in maniera diretta, è tuttora una delle peculiarità cristalline di questa scrittrice ormai avvezza alle storie drammatiche.
Nessuno si salva da solo è la cronaca di una disfatta, quella di Gaetano e Delia: due trentenni separati, due figli che pesano sui loro caratteri volubili. Un tempo erano innamorati davvero, adesso siedono al ristorante strizzati in quel tavolino con i sottopiatti di carta da macelleria; è stato Gaetano ad insistere per quella cena (di fatto un pretesto letterario) che si snoda per tutto l'arco del romanzo ma rimane placidamente sullo sfondo: solo Delia e Gaetano stanno fermi dentro al ristorante ma non il lettore, chiamato a spremere il vero succo da flashback a raffica e introspezioni crude e talvolta volgari - Come puoi scoparti un'altra, con lo stesso cazzo... - grazie ai quali la voce narrante ci cala sapientemente dentro la psiche dei personaggi.
Una pecca del romanzo risiede nella ripetitività di alcune immagini negative che, sebbene efficaci, minano la freschezza della narrazione. Quello che non è chiaro è se siano volute in quanto giustificano il fine stesso del libro, ossia la descrizione di un qualcosa che si sfalda inesorabilmente; o se l'appetito del lettore sia inconsciamente viziato da capolavori precedenti (Venuto al mondo su tutti) tendendo così ad un poco proficuo paragone. La dedica stessa del romanzo - alla rabbia dei puri - anticipa un concetto ampliato dalla vicenda narrata: l'esperienza di una coppia di analfabeti d'affetto, troppo distanti per amarsi a lungo e troppo deboli per salvarsi da soli.
Titolo Originale: Nessuno si salva da solo
Autore: Margaret Mazzantini
Anno: 2011
Casa Editrice: Arnoldo Mondadori Editore
Genere: romanzo
Pagine: 160
Michelangelo Focosi - ERBA magazine
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