L'Orlando Furioso

di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino

 
copertina libro
Fonte: pdf4it.com

L'incanto della magia, il fascino della mitologia, l'attrazione per poesia, il coraggio, l'amore e la morte visti attraverso gli occhi di Calvino nell'opera di Ariosto.

 
L'Orlando Furioso come ci spiega Calvino non è altri che un "insieme di pianeti, racchiusi uno dentro l'altro, dove in ognuno si svolgono, talvolta separate talvolta unite, le vicende dei protagonisti del pome ariostesco, convogliando verso un unico traguardo: il finale". Detto in poche parole, il poema stesso è un universo, nel quale ci entriamo, usciamo e ci perdiamo.

È affascinante quanto azzeccato l'accostamento della componente mitologica insieme alla prosa narrativa alternata alla poesia. Inoltre, sono state ben curate anche le descrizioni dei capitoli della trama dai paesaggi fino alle descrizioni dei personaggi sia dal punto di vista fisico che caratteriale.

Alle strofe rimate si alternano racconti semplici in grado di coinvolgere particolarmente il lettore grazie anche al carisma dei personaggi, alle peculiarità magiche degli oggetti, alla maestosità dei luoghi e alla complessità della trama.

Nell'opera è fortemente presente come prescrive saggiamente l'epica cavalleresca la quest, ovvero la ricerca dell'oggetto conteso, desiderato che si tratti di una persona, un oggetto inanimato come una spada o un libro oppure un cavallo.

La magia è quasi sovrana di questo poema con ogni possibile componente: dal labirinto magico del castello del mago Atlante alle fontane magiche dell'amore e del disamore, dall'Ippogrifo al Carro (Volante) d'Elia, dal libro degli incantesimi alla spada Durlindana.
La trama non può essere sintetizzata interamente perché potrebbe esserci il rischio di svelare troppi dettagli con l'unico svantaggio di rovinarvi il gusto e la curiosità della lettura dell'opera stessa. Tuttavia, l'autore è riuscito anche ad inserire dei fulminanti colpi di scena riguardo i vari personaggi così come ha saputo degnamente illustrare nonché narrare i fatti che hanno sconvolto e capovolto le sorti della guerra in entrambi gli schieramenti (da notare con attenzione la presenza della Discordia, un'entità la cui importanza è vitale nell'epica).

Ad esempio, di Orlando è un guerriero forte e leale, ma come goni altro uomo rimane vittima dell'amore della bella ed impossibile Angelica, amore per il quale impazzisce smarrendo così la sua identità e perdendo la memoria. Senza alcun dubbio si tratta di un personaggio particolare che incarna un dualismo psichico non in quanto a scissione, ma a trasformazione ovvero degenerazione dal livello razionale/umano a quello irrazionale/bestia.

Se Orlando è il campione dei cristiani, Rodomonte è il gigante dei pagani. Egli noto soprattutto per la sua possente forza quanto la sua rudezza anch'egli è un implacabile combattente. Tuttavia, riesce a dimostrare persino un suo lato sensibile, fragile, "quasi buono". Ormai, Orlando e Rodomonte sono accomunati dal dovere, dall'onore, dall'amore e dal dolore. Tuttavia, si differenziano l'uno dall'altro: il primo è leale, conosce il latino e combatte per un dio; il secondo per la sua crudeltà vive solo nella lotta, non ha un dio in cui credere e non conosce pietà verso i suoi nemici.

Comunque, possiamo solo ribadire alcuni punti essenziali come la continua e sanguinosa guerra tra i cristiani di Carlo Magno ed i Mori/Saraceni di re Agramante; il viaggio di Orlando fino alla sua follia ed al suo rinsavimento; il ruolo determinante di Astolfo mediante l'apporto della magia; le imprese di Rodomonte e, infine, la tormentata storia d'amore tra il guerriero carolingio, anche se ateo, Ruggiero e la combattente saracena Bradamante.

 


 
 

 

Brian Vannacci - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 11/1/2017

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