Sono cresciuta con Superman interpretato da Christopher Reeve, con i cartoni di Batman e Spiderman, col telefilm Flash. Quindi con effetti speciali scarni, tanti dialoghi e la giusta dose di azione.
In questi ultimi anni le trilogie sui supereroi hanno fatto appassionare anche i più scettici, e non solo per l'avvenenza dei protagonisti.
Parlo di Spiderman con Tobey McGuire, Hulk con Edward Northon, Thor con Chris Hemsworth, Captain America con Chris Evans, ed infine i miei due preferiti: Iron Man con Robert Downey Jr e Batman con Christian Bale.
Tutti film con il giusto mix tra storie d'amore ed azione, effetti speciali in grado di rendere la trama più avvincente, studio sui personaggi e sul perché e sul come siano arrivati ad essere supereroi.
Esce il nuovo film su Superman, "Man of Steel", che ha tra l'altro come produttore Christopher Nolan, lo stesso di Batman Begins, The Dark Night e The Dark Knight Rises. Dovrebbe essere quindi una sorta di garanzia.
E invece: trama quasi inesistente, flashback frequenti e legati tra loro in modo discontinuo, senza che ti lascino il tempo di capire ciò che stai vedendo. Stessa cosa vale per gli effetti speciali, troppi, troppo eclatanti, troppo "veloci".
La storia di come Kal'el, alias Clark Kent sulla Terra, sia diventato Superman si capisce, ma non entusiasma. Siamo tutti d'accordo, la conosciamo la storia, l'abbiamo vista e rivista, ma perché non descrivere maggiormente l'adolescenza di Clark per esempio? O fare un qualche accenno alla kryptonite?
Zod (il cattivo) arriva, parla con Superman, lottano reiterate volte, e poi muore (Nolan non era d'accordo con questo finale). Ma come, così facile?
Inoltre, i richiami ad altri film, come mi ha fatto notare anche un mio amico. Feti creati in serie, in ambienti appositi e aventi ognuno il proprio destino assegnato, senza possibilità di scelta (richiamo a Matrix). Russel Crowe che vola a bordo di un drago alato, suo fedele destriero (richiamo ad Avatar).
Per non parlare del bacio tra Lois Lane e Superman. Forzato.
Gli unici momenti degni di essere visti sono la parte iniziale (merito forse della presenza da padre-eroe di Russel Crowe) e quella ambientata tra i ghiacciai alla ricerca della navicella arrivata da Krypton (merito forse delle varie inquadrature sulla Nikon D3s, andata rovinosamente distrutta peraltro).
Chissà, forse il personaggio non è stato sviluppato in modo troppo dettagliato perché ci saranno dei sequel migliori (e dal finale sembra proprio che ce ne saranno).
Li attendo con (poca) impazienza. Almeno un belvedere c'è stato... O erano ritoccati anche i bicipiti ed i pettorali?
Claudia D'Osvaldi - ERBA magazine
Punto Giovani Europa