Smetto quando voglio

 
Locandina del film 'Smetto quando voglio'
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Perché? Perché fa ridere e magari incassa pure? Perché per non essere "mediocre", un film deve essere complesso, durare quattro ore, durante le quali il massimo che succede è un ramo che si spezza?

Che dire, ognuno la pensi come vuole, a me, "Smetto Quando Voglio", primo lungometraggio di Sidney Sibilia è piaciuto molto. L'ho apprezzato perché è fresco, piacevole, non banale. E, soprattutto, mi ha fatto trascorrere cento minuti rilassati, tranquilli e divertenti. Veniamo al film.

Un gruppo di studiosi, abbandonati miseramente i sogni di carriera in ambito universitario, attraverso una sostanza formalmente legale, mettono in commercio la migliore droga mai esistita, trasformandosi in una banda di spacciatori.

Abbiamo il neurobiologo Pietro (Edoardo Leo) a tirare le fila del gruppo, composto dal chimico Alberto (Stefano Fresi), lavapiatti in un ristorante cinese, l'economista Bartolomeo (Libero De Rienzo), maldestro giocatore d'azzardo, l'antropologo aspirante manovale Andrea (Pietro Sermonti), l'archeologo eterno precario Arturo (Paolo Calabresi), ed i latinisti benzinai Mattia (Valerio Aprea) e Giorgio (Lorenzo Lavia).

E' ovvio che, dopo il successo e la smisurata ricchezza iniziali, la banda finisce presto nel mirino della polizia, nonché del pericoloso Murena (Neri Marcorè), leader indiscusso del traffico di stupefacenti, ora spodestato dai "cervelloni". Un'ora e quaranta nella quale si ride parecchio e bene. Tra tutte, esilarante, alle prime battute del film, la scena in cui l'antropologo Andrea cerca di spacciarsi per un duro avanzo di galera al fine di farsi assumere da un carrozziere che lo smaschera subito.

La scelta, a mio modo di vedere, sempre un po' rischiosa di ricorrere ad un nutrito gruppo di interpreti principali si rivela invece molto azzeccata. Ognuno è al suo posto, ogni ruolo è perfetto, tutti riescono a far ridere a loro modo. Il tutto funziona perfettamente, le alchimie ci sono, l'amalgama è impeccabile. Sembra il centrocampo del Milan di Sacchi. In realtà due difettucci li ho individuati.

Complice l'inizio veramente scoppiettante (dopo mezz'ora rischiavo le convulsioni per le risate), il film dà l'impressione di appiattirsi leggermente, inoltre, sul finire, c'è un colpo di scena a mio avviso evitabile. Tutto sommato, lo ritengo un film da vedere, l'esordio di Sidney Sibilia è a dir poco convincente, oro colato per questa povera, "mediocre", commedia italiana. 

 


 
 

 

Iacopo Innocenti - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 11/1/2017

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