La compagnia Kismet di Bari porta sulla scena teatrale la fiaba danese 'La principessa sul pisello' scritta da Hans Christian Andersen nel 1835. Lo fa ridisegnando i contorni, cambiando un po' le carte in tavola e modernizzando il tutto, riportandola, insomma, ai giorni nostri.
'C'era una volta un principe...' viene cambiato in: 'C'è oggi un bamboccione rockettaro, una buffa madre sagace e una bella fanciulla coi jeans'!C'è un castello, ma anche una strada, una piazza di paese e un talent show pieno di cantanti popolari che sognano di diventare famosi, con tanto di lady-Frank/Gaga (che sarà maschio o femmina?) e una manager frivola senza scrupoli, assetata di soldi, in cui inciampa il nostro protagonista azzurro, fortunato e canterino.
Ha la chitarra facile e tante parole d'amore, il che gli permette di conquistare il cuore della dolce Carolina, un'umile giovane con un cuore principesco (un felice mutamento di significato se pensiamo che essere come la principessa sul pisello vuol dire avere un comportamento schizzinoso, altezzoso, snob!).
Alla fine la storia ritorna maggiormente classica, ma comunque rivisitata: c'è la prova del letto con ben venti materassi e col pisello, che qui è parlante e, quindi, aiutante magico prezioso; ed infine il felice matrimonio, con un ricevimento che alterna musica rock a valzer di Strauss.
Tutto lo spettacolo è infatti incentrato sulla musica, ma ci sono anche gag divertenti, numerosi cambi d'abito e personaggi farlocchi.
Una curiosità è che, se nella versione originale è la figura femminile ad essere la protagonista, qui invece è il principe a comandare sul palco: è il suo viaggio alla ricerca di sé, del suo futuro e dell'amore. E anche il vegetale verde, il pisello, soccombe, divenendo un accessorio di scena, un piccolo particolare e non più il cardine attorno al quale gira tutto il senso della vera vecchia fiaba.
Una rappresentazione simpatica, senza grosse pretese, ma comunque efficace per un pubblico giovanile, e non solo. Unica indicazione: sarebbe preferibilmente consigliata ad un target dai pre-adolescenti in su, viste alcune battute amorose un poco troppo maliziose per i bambini.
Gli attori alla fine dello spettacolo hanno invitato i piccoli fans ad avvicinarsi al palco per eventuali domande, curiosità, autografi (e per promuovere un libro tratto dalla rappresentazione): un momento non scontato e consigliabile ad altre compagnie, per favorire l'interazione diretta tra i personaggi del mondo teatrale ed il pubblico, soprattutto se così giovane.
Eugenia La Vita - ERBA magazine
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