Il 19 marzo sul palco di Officina Giovani è salito Matteo Toni, un musicista di Modena molto talentuoso, e al suo lato il nuovo batterista Mister π che ha cominciato a suonare con Matteo pochi mesi fa. Abbiamo sfruttato la possibilità di parlare con lui prima del concerto per scoprire i suoi interessi musicali, i piani per il futuro e tante altre cose che ci hanno fatto capire meglio la sua musica.
Com'è nata la tua prima canzone?
La mia prima canzone in qualità di Matteo Toni è nata perché prima facevo parte di un altro gruppo, è nata in una soffitta e mi ricordo che ho fatto una registrazione della canzone con un computer piuttosto vecchio, e si sentiva tutto il rumore di fondo, tipo così "khkhkhkh" si chiama 'Fidati' ed è una canzone d'amore, tantissimo amore. Poi è stata ri-registrata due volte, la prima volta finì nel mio demo, la seconda è finita invece nel mio primo disco. Il disco che si chiama 'Santa Pace', uscito nel nel 2012.
Volevi fare il musicista da sempre o avevi altri sogni?
Il mio sogno più grande è questo, che in parte sto realizzando. Penso che soprattutto in Italia, essendo un paese ignorante dal punto di vista musicale, conformista, stiamo seguendo il percorso più bello anche se il più difficile. Che è quello di fare musica girando, suonando in locali dove ti vengono a vedere solo dieci persone, però è il percorso che ti da anche più soddisfazione quando riesci a comunicare qualcosa davvero alla gente. No, non ho mai pensato di fare il calciatore o di avere altri sogni..
Quando dici che fate un percorso difficile... in che senso?
Nel senso che è il percorso più difficile per arrivare alla notorietà, da una decina d'anni a questa parte esistono i talent show, opportunità che ti portano più direttamente ad avere una visibilità maggiore. Poi in realtà noi facciamo, io credo, un genere che non è molto di moda in questo periodo o che comunque è particolare, e che il pubblico impiega sempre un po' di tempo prima di comprendere: necessita un ascoltatore più attento, che approfondisce, che oggi temo che sia un pò difficile per i tempi che cui stiamo vivendo, per il modo che la gente ha di fruire la musica. È difficile però è anche quello che porta davvero più soddisfazione quando riesci nell'impresa.
Parlando del genere... Come puoi caratterizzare lo stile surf metropolitano?
Allora ..io sono nato e cresciuto in una città lontana dal mare però sono molto appassionato di surf, c'è una difficoltà oggettiva nell'andare a surfare o nel partire con gli amici perché magari sei a tre ore di distanza dal mare. E la mia musica ha dentro tantissimi riferimenti al mare, ma visti da uno che ne sta a 300 km di distanza. Ecco perché surf metropolitano.
E' come alzarsi tutte le mattine e sognare di vedere il mare, quindi è una musica per forza sognante, non è reale perché io non vivo alle Hawaii, non sto realmente di fronte all' oceano, ma alcune volte immaginarsi uno stile di vita più rilassato rispetto alla cultura della città metropolitana, che ti porta a non fermarti mai finchè non arrivi al letto... e quindi è una musica sognante che ha per forza dei riferimenti anche di frastuono della città, perché è quella dove sono nato e cresciuto, per questo fa parte della mia musica.
Che musica ti ispira? Cosa ascolti?
Di solito è difficile da dire. Mi piace tantissimo la musica reggae e derivati come il reggae dub, il reggaeton forse un pò meno comunque la musica rutz legata al reggae. Mi piace la musica che nel mio immaginario ha molti colori, quindi una musica che immagino possa essere suonata d'estate, però in realtà d'adolescente ascoltavo tantissimo metal, il rock in tutte le sue sfacciettature. Mi piace lo stesso la musica elettronica, quindi in realtà non c'è un genere che ascolto ultimamente.. ho ascoltato Alborosie, che è un artista italiano che si
è trasferito in Giamaica parecchio tempo fa e adesso canta come se fosse un giamaicano. Poi ho ascoltato l'ultimo di Beck e poi ho ascoltato qualche cantautore, voce e chitarra. Così.. tanta musica diversa. E faccio fatica a pensare che surf metropolitano sia un genere così fisso, ma può spaziare da ballate tranquille a suoni più giganteschi e più infuocati, proprio perché mi piace tutto questo bel mondo e tutta la musica che c'è dentro ed è difficile scegliere un genere.
Cosa possiamo aspettarci da Matteo Toni? Che piani hai per il futuro?
Sto raccogliendo idee per il prossimo lavoro che probabilmente sarà un po' diverso da questo. Magari anche nel numero di musicisti che parteciperanno, al sound, magari nei tipi degli strumenti che useremo. Ho qualche idea però non voglio sbilanciarmi perché poi fra un mese potrei cambiarla di nuovo. Comunque mi aspetto di crescere.
Ma sarà ancora surf metropolitano?
Chi lo sa...(ride). Anche perché surf metropolitano è stata un genere che è saltato fuori un giorno in macchina, un mese prima che uscisse il disco, quindi... non so se per tutta la vita, finchè sarò vecchio, porterò avanti questa idea di un surf metropolitano. Questa sera sicuramente sì.