Intervista a Riccardo Bertini dei 'Mammooth'

di Alessio Gallorini

 
 

Sul palco del Prato Folk Fest saliranno anche Riccardo Bertini ed i suoi Mammooth, in un'inedita formazione in duo; Riccardo eseguirà anche dei brani in italiano sotto il nome del suo secondo progetto, Nemo. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui per farci raccontare come sarà il nuovo album dei Mammooth e cosa ci aspetta nel live pratese.

Ciao Riccardo, sabato dunque arrivate a Prato per presentare 'Eat me, Drink me', la nuova fatica dei Mammooth.Sì esattamente, il disco è appena uscito quindi lo veniamo a presentare fresco fresco. Siamo felici di presentarlo al Prato Folk Fest.
 
Rispetto al primo lavoro il vostro sound si è molto arricchito e un po' diversificato, anche grazie ad una mano femminile, quella di Cristina Carlini, in fase di composizione dei brani.Assolutamente, si sente molto la freschezza di questo nuovo progetto, che è una band meno classica e molto più elettronica: la differenza la fa il beat totalmente elettronico, tanta cassa dritta, tanti ritmi techno. Insomma noi veniamo dal mondo dei dj e dei produttori musicali quindi ci siamo rifatti  un po' a quello. Abbiamo cercato di contaminare l'elettronica con la world music e il jazz.

Foto dei Mammooth


Sabato ci sarà da divertirsi insomma.Guarda sì, sabato saremo però in formazione ridotta, cioè in duo: faremo un set comunque simile alle cose che facciamo con la band al completo, ma in modo un po' più scarno. Presenterò anche dei brani di questo nuovo progetto che sto curando, Nemo, con testi in italiano. Ci sarà da ballare ma anche da ascoltare con attenzione.
 
Ecco tu con i Mammooth sei abituato a scrivere in inglese, l'italiano del progetto Nemo quanto ne influenza il suono, visto che l'italiano non è propriamente una lingua facile da mettere in metrica.Guarda all'inizio pensavo lo avrebbe influenzato tantissimo, invece sto usando lo stesso metodo con cui scrivo in inglese e mi trovo bene nonostante l'italiano sia più verboso e ricco di parole tronche. Ho trovato meno difficoltà di quanto pensassi.
 
Come vedete la vostra partecipazione al Folk Fest? Vi riconoscete nel termine Folk?Sì se intendiamo folk come lo intendiamo noi, cioè come 'gente', concentrandosi più sulla forma canzone, sull'arrivare appunto alla gente, al pubblico, piuttosto che più strettamente sul genere in sè. Fondamentalmente tutti gli artisti del Folk Fest sono accomunati dal fare musica popolare, musica per la gente e la cosa interessante è capire come il folk negli anni si sia contaminato con gli altri generi, come l'elettronica o il jazz o il rock. Nemmeno Benvegnù è strettamente folk alla fine, così come Parente o i Vincent Butter, ma alla fine la cosa che ci accomuna tutti è la forma canzone, il modo in cui scriviamo tutti per la gente. Quindi non resta che venirci a sentire e scoprire cosa faremo sul palco tutti insieme.

Per maggiori informazioni: www.mammooth.net 

 
 
Ultima revisione della pagina: 27/6/2016