"Sei dentro?" con questa frase gli abitanti di Scarperia ti chiedono se sarai dentro l'Autodromo per la tre giorni di prove libere, qualificazioni e gare del Mugello per la gara più bella ed emozionante dell'intero MotoGP. E tu non puoi che rispondere "Sì, certo che sono dentro", se da residente "d'adozione" come sono io, hai imparato ad amare ancor di più, conoscendolo da vicino, lo strampalato mondo delle due ruote e gli ancora più strampalati supporter "valentiniani".
Sì, perché il MotoGP del Mugello non è solo l'attesissima gara della domenica, anzi forse non lo è affatto. La tre giorni del Mugello va infatti vissuta tutta se si vuole veramente conoscere questo stralunato mondo. Una tre giorni tinta di giallo... giallo ovunque... sulle magliette, sui cappellini, sulle parrucche, sugli striscioni, nei tatoo dei supporter, perché solo un genio come Valentino riesce ancora a mobilitare una folla di persone come quella del Mugello, che quest'anno ha sbaragliato ogni record sfiorando quota 150mila.
Una tre giorni fatta di alzate all'alba per prendere i posti migliori e cornetti mangiati in tutta furia, di tappe strategiche al bagno perché, se ti alzi dal 'pratone' della Casanova-Savelli non potrai mai più scavalcare il guard-rail che dalla stradina interna all'autodromo ti riporta al prato e riavere il tuo posto, una tre giorni fatta di conoscenze improvvisate con persone con le quali, in un'altra situazione, non avresti mai scambiato mezza parola, con cui parli per la fede "gialla" che ti unisce. Una full immersion fatta di motori da banco che sgassano per tre giorni di fila, fatta di piscinette gonfiabili improvvisate sulle colline dell'autodromo, di monopattini realizzati smontando e risaldando insieme pezzi di un vecchio "CIAO", fatta di moto e motorini truccati che girano imperterriti per tre lunghi... lunghissimi giorni... perché citando lo slogan "ufficiale" di chi è dentro l'Autodromo... "Al Mugello non si dorme".
Ma poi arriva la domenica. Alle 7,30 sei già seduto per prendere un posto decente sul pratone in pendenza della Casanova-Savelli. Dopo anni di sperimenti, finalmente ci siamo organizzati con vanghino per scavare e realizzare dei seggiolini "fai da te" e non rifare l'errore di stare con i piedi in trazione per tutta la giornata. Trovi amici conosciuti, nuovi amici, e il tempo passa in allegria fino alle ultime prove libere e finalmente... i tanto attesi semafori rossi che si spengono e danno inizio alle gare!
Un'emozionante Moto3 apre le gare con Romano Fenati del team SKY GO che lotta fino all'ultima curva per il gradino più alto del podio, in una danza frenetica di sorpassi, ma cede all'ultimo soffio il posto al portoghese Oliveira e al leader del motomondiale Danny Kent, conquistando un comunque ottimo terzo posto. Quarto a soli 3 millesimi da Fenati, un altro italiano, Francesco Bagnaia. Tricolore anche il quinto e il sesto posto con Enea Bastianini e Niccolò Antonelli. Kent rimane quindi alla guida della Classifica con 124 punti contro i 78 di Enea Bastianini e i 67 di Romano Fenati, che precede di un punto il vincitore Miguel Oliveira.
Gara più sottotono quella della Moto2 con Corsi che, speronato da Sam Lowes, cade al secondo giro. Tito Rabat conquista la sua prima vittoria del 2015 sul circuito del Mugello. Il campione del mondo in carica precede sul traguardo il leader della classifica Johann Zarco e lo svizzero Dominique Aegerter. L'attesa è arrivata all'estremo quando alle ore 14 si accendono i motori della MotoGP. Gara perfetta quella di Jorge Lorenzo, che superato Dovizioso già nei primi giri dell'Autodromo ha vinto con una schiacciante superiorità. Secondo posto per l'italiano Andrea Iannone che ha fatto una gara esilarante tenendo testa ai campioni di sempre. Grandissima rimonta del 'Dottore' che partito in terza fila in ottava posizione, anche grazie alla caduta di Marquez e all'uscita per un problema tecnico di Dovizioso, ha fatto una grandissima rimonta mangiando decimi di secondo ad ogni giro ed aggiudicandosi un onorevolissimo terzo gradino del podio.
E poi l'invasione pacifica del Circuito è stata come una liberazione. I cancelli si sono aperti sulla pista lasciando fluire sull'asfalto ancora rovente le migliaia di persone che come tante "formichine" si muovevano allo sbaraglio nell'Autodromo e, scavalcando qualche muro e schivando qualche steward, fin dentro i Paddock cercando di sbirciare anche solo dietro le serrande il giallo del 46 sulla moto del Re indiscusso del MotoGP.
Francesca Nieri - ERBA magazine
Punto Giovani Europa