Quando la creatività diventa multimediale

Laboratorio di Digital Storytelling @ Officina Giovani

 
foto di Sara Scardigli

Il Primo Giorno di Storie digitali, eravamo almeno 30 ragazzi, ci siamo messi in cerchio seduti e ognuno di noi doveva presentare l'altro alla sua destra, immaginando cosa potesse fare nella sua vita. Poi ci siamo presentati per chi eravamo veramente. Dunque... 'Cheeese'...foto di gruppo! Per testimoniare l'inizio della nostra "storia".

Per la seconda volta che ci siamo visti abbiamo fatto l'esercizio delle scatole: siamo stati divisi in gruppi di 3. In base agli oggetti che c'erano dentro la scatola noi dovevamo raccontare una storia e direi che quella sera eravamo particolarmente creativi, perché i racconti sono venuti veramente bene.

Un foglio con una data, una brochure di un mostra, uno scarabeo azzurro egiziano, un foglietto con due nomi, un filo di lana colorato: questo è quello che è sbucato dalla nostra scatola. Da qui è nata la storia del nostro gruppo: abbiamo immaginato due ragazzi che si incontrano ad una mostra d'arte, si innamorano e si sposano, proprio nella data che c'era nel foglio. Ispirati dallo "scarabeo azzurro" li abbiamo spediti in viaggio di nozze in Egitto: da lì ha inizio la loro convivenza che però avrà poi dei risvolti inaspettati...

Anche l'esercizio di scegliere e portare un oggetto rappresentativo della settimana che ognuno di noi aveva appena trascorso è stato molto interessante. Io, con non troppa fantasia, avevo scelto un depliant di un evento di Officina Giovani, che nel bene e nel male scandisce le mie giornate. C'è chi aveva portato un "Nano" da giardino in porcellana, chi guide di viaggi, libri, pennarelli e matite, dischi ed mp3, disegni e volantini:  tutti hanno raccontato un po' di sé attraverso gli oggetti.

E' stato divertente e simpatico poter partecipare alla "Notte Bianca" di Firenze 2015 e raccontarla, nell'appuntamento successivo, tramite le parole, un video oppure delle foto. Personalmente ho scelto uno scritto con foto, cioè una recensione della serata trascorsa a Firenze, perché la "penna" o meglio in questo caso il pc rimane sempre il mio strumento preferito per raccontare ed interpretare "a modo mio" le cose. C'è chi ha preferito raccontarla tramite dei video o tramite reportage fotografici. Vari punti di vista diversi per esporre le proprie emozioni.Un esercizio simile a quello delle scatole è stato fatto con i Post-it, simpatici fogliolini colorati appiccicabili al muro, dove ognuno di noi, come su di una lavagna interattiva, ha scritto una parola che gli veniva in mente in quel momento per vedere cosa quella parola significava per gli altri e quali altri "lampadine" e ricordi accendeva. Io ho scelto la parola silenzio. Una parola che racchiude in sé il tutto, ma anche il niente. Una parola che dovrebbe essere forse più spesso ricordata perché siamo sempre più sommersi da persone che parlano, parlano molto, e c'è sempre più bisogno di silenzio e di riflessione. Divisi in gruppi dovevamo poi scrivere una storia in base alle parole di ognuno di noi. Sono venute veramente ben e anche la serata è stata piacevole e divertente da vivere.

Un'altra simpatica attività, in un giovedì sera dove eravamo pochi, è stata quella di imparare ad impostare la voce con degli esercizi vocali, seguendo le indicazioni della nostra insegnante nonché attrice, Giulia Aiazzi. E nell'ultimo degli appuntamenti, prima dello spettacolo finale, abbiamo deciso di reinventare la favola di "Cappuccetto Rosso" che ci ha molto ispirato.  La "Mia Cappuccetto Rosso" era una versione stile "C.S.I."  con un pizzico di "E.R." della favola, con il Lupo che arrivava all'ospedale con un forte mal di pancia e supplicava il Dottore di intervenire. Chiedendo il Dottore al Lupo cosa avesse mangiato, per scoprire la causa del disturbo, la belva tergiversa, e così il Dottore gli prescrive delle medicine. Solo più tardi il Dottore scoprirà, dalla prima pagina del giornale locale, che in realtà il disturbo del Lupo era stato provocato dalla sua ingordigia che lo aveva portato a divorare una splendida ragazza, Cappuccetto appunto.

E' stato un modo nuovo per conoscere nuove persone che gravitano nel mondo artistico e fanno mestieri 'particolari' come i blogger, fotografi, artisti di teatro. Un gran gruppo di professionisti molto variegato! E' stata una bella esperienza potervi partecipare e far parte di questo 'strampalato' e creativo mondo!

 


 
foto di Sara Scardigli
 

 

Sara Scardigli - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 10/1/2017

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