Nelle ultime settimane si parla molto di lui per il
progetto 'Occhi di Prato', che lo ha visto installare degli sguardi al di sopra
delle porte di ingresso alla città e gli ormai famosi occhiali di fronte al
"buco" di Moore. Lui è Anaclet Abraham, o semplicemente Clet, artista francese da anni residente a Firenze. Lo abbiamo
intervistato per conoscerlo meglio e capire il significato della sua arte.
Come è nata la tua
passione per l'arte?
L'arte è qualcosa che ha sempre fatto parte di me, un modo
di vivere e di intendere la vita.
Il progetto dei
cartelli: quali erano le suggestioni che volevi proporre quando ti è venuto in
mente? Pensi di essere riuscito nel tuo intento?
Volevo dare ai cartelli stradali un'altra dimensione, non
solo quella di indicazioni imposte dall'alto, senza anima, ma con una dimensione emotiva, emozionante. Inoltre volevo conferire un valore estetico a
questi cartelli che ormai sono ovunque: volevo farli convivere meglio con
l'ambiente urbano in cui si trovano. Riconoscendone comunque la funzione.
Qual è il tuo
rapporto con le istituzioni?
Il mio rapporto con le istituzioni è
contraddittorio: il mio lavoro è una provocazione che mira ad avere una reazione, sia dalle istituzioni che dalle persone comuni.
Il progetto 'Occhi di
Prato': qual è stata la tua idea nel metterlo in atto?
Volevo ridare valore a degli arredi urbani a cui spesso la
gente non fa più caso, sensibilizzare lo spettatore, il semplice passante, a
guardarsi intorno e a riscoprire il valore artistico della città. L'idea è dare un contributo alla rinascita di Prato e al suo
grande patrimonio artistico.
Hai seguito la discussione nata dalle tue installazioni?
E' stato detto che le mie opere non hanno alcun
contenuto, alcun valore artistico ma il fatto che non si possa capire il loro contenuto
non significa che non ne abbiano.
Il tuo obiettivo è
sempre stato quello di far arrivare l'arte a tutti (ricordo ad esempio anche
l'installazione su Ponte alle Grazie a Firenze, fruibile pubblicamente, in
risposta al teschio di diamanti di Damien Hirst, visibile a pochi e a
pagamento). E' ancora quella la tua priorità?
Sì, io lavoro per una comunicazione universale, l'arte è di
tutti.
A proposito, quali
progetti hai in mente per il futuro?
Al momento mi trovo a Siena per un progetto simile a 'Occhi
di Prato': inserirò una bocca sulla facciata del Palazzo Comunale così da
umanizzarlo.
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