Servizio Volontariato Europeo a Tárrega in Spagna

di Alessandro Di Gioia

 
Foto del volontario in piedi nella sede dell'associazione per cui ha svolto il Servizio Volontario Europeo (SVE)
La sede dell'associazione Alba
 

Le ragioni che mi hanno spinto a vivere questa esperienza sono molteplici; prime su tutte la voglia di mettermi in gioco in un contesto completamente diverso da quello familiare, conoscere e fare amicizia con persone provenienti da tutta Europa ed imparare lo spagnolo. All'interno dell'associazione ospitante ho avuto modo di conoscere persone meravigliose che dedicano il loro tempo a persone disabili; ho potuto svolgere svariate attività che mi hanno permesso di conoscere numerosi volontari preparati e gentili che erano sempre pronti a farmi sentire il meno possibile lontano da casa, coinvolgendomi sempre nelle loro conversazioni. Ho anche migliorato la mia capacità di lavorare in gruppo ed applicarmi in più campi.

 
Foto dei ragazzi dell'associazione e i volontari in piedi, in tenuta ciclistica rossa, durante una pausa della biciclettata all'aperto
Biciclettata con i ragazzi dell'associazione Alba
 

Ventiquattro giorni non sono stati sicuramente molti ma credo che siano stati sufficienti perconoscere più da vicino la cultura catalana; già, perché come mi hanno sempre ricordato le persone io non ero andato in Spagna, bensì in Catalogna! Questo potrebbe sembrarvi sciocco o lontano dalla realtà ma i catalani sono molto attaccati alla loro terra, così tanto da considerarla uno stato a sé e volerne l'indipendenza dalla Spagna. Come ho avuto modo di sperimentare la cultura catalana affonda le sue radici non solo nella storia, ma anche nella cucina e soprattutto nella lingua catalana, vi posso garantire che è nettamente diversa dal castigliano, quello che tutti conosciamo come 'lo spagnolo'. Ho avuto modo durante il mio soggiorno di partecipare alle cosiddetta 'Fiesta Mayor' in due diversi villaggi catalani dove avevo amici conosciuti a Firenze; un'esperienza unica che mi ha completamente immerso nel folklore catalano: feste a carattere storico ma anche ludico, dove sono sempre presenti i giochi col fuoco per le vie del paese durante la sera.

 
Foto notturna del volontario con altri sette ragazzi con sullo sfondo il paese e la chiesa illuminati
A Lesp - campo estivo in montagna
 

Invece, quando sono stato a Madrid e Toledo mi sono sentito decisamente più in Spagna di quanto non mi sentissi a Barcellona e in generale in Catalogna: per esempio, il fatto che tutti i cartelli fossero scritti in castigliano e che le persone parlassero solo castigliano mi faceva percepire la differenza tra l'identità culturale spagnola e quella catalana. Un altro esempio importante sono le bandiere: in Catalogna è molto raro vedere una bandiera spagnola, così come è raro non vedere una bandiera catalana e perché no indipendentista! Madrid e Toledo invece sono invase dalle bandiere spagnole che sventolano sulla sommità degli edifici, anche di quelli meno importanti. Ultimo, ma non per importanza, lo stile di vita: a Madrid la vita di strada è coinvolgente, le persone vivono, mangiano e fanno festa per le strade della città a qualunque ora del giorno e della notte; cosa meno frequente in Catalogna. Ma c'è un qualcosa nell'atmosfera madrilena che ti fa davvero capire di essere in Spagna, Madrid incarna perfettamente la visione della Spagna festosa e danzante che non dorme mai; non a caso esiste il detto "Madrid te mata" (Madrid ti uccide). Io l'ho soprannominata "La ciudad que nunca duerme" (la città che non dorme mai). Un'esperienza che mi ricorderò per sempre, che mi ha insegnato molte cose, soprattutto dal punto divista umano. Vi lascio con una frase che per me rispecchia perfettamente cosa vuol dire viaggiare : "El mundo es un libro y aquéllos que no viajan sólo leen una página" (il mondo è un libro e coloro che non viaggiano leggono solo una pagina). Ci vediamo al prossimo long term!

 
Ultima revisione della pagina: 29/1/2019

I Social di ERBA Magazine: