Bellezza Divina, la mostra di arte sacra in esposizione nelle sale di Palazzo Strozzi a Firenze, non deve ingannare il visitatore prevenuto nell'interpretazione squisitamente religiosa della raccolta, ma va ammirata come il confronto su temi religiosi, che da sempre hanno ispirato l'arte, unione di materiali, stili, nazioni ed epoche diverse che spaziano dall'ottocento alla metà del novecento.
Le sale hanno un percorso tematico: il Martirio con la grande tela all'ingresso dell'esposizine di Antonio Ciseri (1857 - 1863), illuminata egregiamente da una luce suggestiva, che racconta la strage dei fratelli Maccabei, di un verismo quasi fotografico, la Vergine Maria e l'irriverente e quasi dissacrante Madonna di Munch (1895 - 1902), l'Annunciazione con la tela di Giuseppe Capogrossi 1933, dove l'angelo è rappresentato da una figura di donna di fronte ad una Maria quasi annichilita e sgomenta.
Si arriva poi al tema della Natività e qui spicca La sacra famiglia di Fillia 1931 di chiaro stile futurista, fatta di linee perfettamente geometriche, colori vivaci e volti vuoti di espressione.
Gli episodi della Vita di Gesù sono trattati da artisti come Pietro Annigoni 1946 con la Resurrezione di Lazzaro e scultori come Arturo Martini 1927 e la sua gigantesca opera in bronzo dell'abbraccio del Figliol Prodigo.
Le opere più attese trattano il tema della Crocifissione dove troviamo artisti del calibro di Lucio Fontana con il trittico in ceramica della Via Crucis (1955 - 1956), un giovane Pablo Picasso con un'opera su carta in olio e carboncino che rappresenta un classico Cristo crocifisso privo di lineamenti nel volto (1896 - 1897), un'originale interpretazione di Max Ernst 1914, il tanto discusso dipinto di Guttuso, la Crocifissione (1940 - 1941) che mette in primo piano il ladrone rispetto al Cristo, il capolavoro di Marc Chagall Crocifissione Bianca 1938 dove un Gesù, con attributi chiaramente ebraici, si trova al centro di una tela prevalentemente bianca, poi notiamo il dipinto astratto Crocifissione Contemporanea 1953 di Emilio Vedova attraversato da linee nere su sfondo bianco se non per un'unica macchia di colore rosso ad indicare il sangue del Nazzareno.
Troviamo infine la tela che è il logo della mostra quella cioè della Pietà di Vincent Van Gogh 1889 dove Maria è rappresentata da una comune donna lavoratrice, lo si capisce dalle sue mani grandi e nodose, che accoglie nel grembo il figlio Gesù con barba e capelli rossi come l'autore del quadro.
Unica opera che tratta l'argomento della Resurrezione quella di Emilie Bernard (1925 1930) proveniente dai Musei Vaticani.
Per chiudere il tema della Preghiera e la gradevole statua in gesso di giovinetta di Vincenzo Vela 1846 La preghiera del mattino, L'Angelus di Jean-Francois Millet (1857 - 1859) che richiama al periodo impressionista, Lorenzo Viani con La preghiera del cieco (1920 - 1923) sul litorale viareggino, e in ultimo la delicata tela di Casorati La preghiera 1914 influenzata chiaramente dall'arte nipponica.
Qui citate alcune fra le maggiori opere, centinaia in questa mostra, che, pur trattando argomenti sacri e religiosi, danno una visione internazionalista dei temi trattati, regalando al visitatore una sensazione di attesa, di avvenimenti che stanno per accadere, di amore, bellezza, delicatezza ma anche caducità della natura umana.
Brunella Grazzini - ERBA magazine
Punto Giovani Europa