Nato nel 1981 a Firenze ha fatto della sua lingua e del suo accento l'essenza stessa della sua arte. Si avvicina al rap nel 1995 e a partire dal 2000 è presentato come una delle figure più innovative della scena Hip Hop italiana.
Erba Magazine ha intervistato Millelemmi in vista del suo concerto di sabato 3 dicembre a Officina Giovani in ambito delle tre serate di Kiss Kiss Band Band, evento finale del bando della Regione Toscana Toscana100Band.
Ecco qualche curiosità sull'artista e alcune anticipazioni sul suo nuovo disco Italodelicastrofunk che uscirà a breve per Fresh Yo! Label.
Nelle tue canzoni fai un uso intelligente della parola dove rime, termini ancestrali e neologismi da te coniati si fondono alla perfezione. Dove nascono i testi delle tue canzoni e qual è il processo creativo che vi è dietro?
Anzitutto grazie per il complimento, quella fusione è certamente fra le mie aspirazioni. Tuttavia la perfezione, ahimè, non è di questo mondo. Le canzoni arrivano (perché sono loro che arrivano) per varie strade. Ciò che mi limito a fare, o almeno a provarci, è cercare di cesellarle e veicolarle dando loro la forma del mio linguaggio, interpretarle affinché possano essere ascoltate.
Le canzoni dell’album Cortellaha (2013) trasudano fiorentinità, poi nel video Megatricks assistiamo ad un’inversione di marcia e all’abbandono del tuo accento aspirato e ad un ritorno alle origini di Nosocomio Tungsteno. Era difficile esportare il tuo rap ‘made in Florence’ nel resto d’Italia?
Non è per niente difficile, anzi, piace molto! Ma se si ascolta il mio album precedente Nosocomio Tungsteno (2010) il linguaggio era un altro. Non penso neanche però si possa affermare che non vi sia traccia di fiorentino nei lavori che non sono Cortellaha. Semplicemente, come nella vita di tutti i giorni, il linguaggio si adatta al contesto il quale è fatto di codici. Ergo, a seconda del tipo di brano, mi piace scegliere i colori giusti da usare. Mi pare anche giusto ricordare che la fiorentinità non è solo quella del vernacolo che fa breccia nel nazional popolare, ma anche quella "alta" e che Millelemmi è conosciuto sì per il suo stile che rappresenta la sua città, ma anche per il suo stile di scrittura e per l'improvvisazione.
Quanto è importante la contaminazione nei progetti che porti avanti come nel caso di Yes We Jam! jam sessions a cui hai dato vita nel 2015 dove artisti Jazz hanno improvvisato con artisti del mondo Hip Hop? Nuovi ‘matrimoni particolari’ in vista?
A volte ci sembrano strane cose che per altri sono naturali. L'Hip Hop è figlio (anche) del Jazz: si può parlare di contaminazione in questo caso o di genia diretta? La verità è che nel nostro paese il rap viene vissuto dai più come un genere dai confini ben definiti e canoni da rispettare, quando invece nasce come fusione fra generi e sopravvive dopo decenni grazie al suo potere amalgamante e fagocitante. Parlo quindi più volentieri del confronto sul campo con tanti musicisti e persone che ovviamente, in alcuni casi più e in altri meno, mi hanno nutrito e influenzato molto e ciò ovviamente ha una valenza senza prezzo. Spero di aver ricambiato almeno un po'.
Nuovi matrimoni? Dubito di sposarmi, ma non so vivere senza avventure.
A gennaio 2017 l’uscita del tuo nuovo album. Ci puoi dare qualche anticipazione? E quali sono i progetti per il futuro?
In questo momento è difficile parlarne, ne sto ancora metabolizzando alcuni aspetti. C'è della scrittura, del sogno, dell'amore, del rap, del Funk. Che sia un incontro fra i miei vari lati espressivi? Può darsi. Si chiama Italodelicastrofunk - ovvero Funk Psichedelico Italiano dallo Spazio - e uscirà per Fresh Yo! Label.
Nel frattempo è uscito il primo singolo Apri La Porta, godetevelo. Nell'immediato sto lavorando al nuovo live e facendo nuova musica, inoltre il lavoro di Apri La Porta mi ha fatto tornare molta voglia di lavorare in gruppo a livello multidisciplinare quindi è sicuramente fra i miei obiettivi portare avanti altri progetti simili. A tale proposito ringrazio e segnalo gli artisti Jonathan Tegelaars e Holly Heuser e GibiGibi Studio per le T-Shirts.
Cosa ha significato la partecipazione al bando della Regione Toscana ‘Toscana100Band’? Pensi che progetti come questi possano aiutare a fare conoscere artisti emergenti sul territorio e a promuovere quelli già affermati?
Per me ha significato la praticità di avere coperte le spese per realizzare una produzione con la professionalità un po' più vicina a quella che si merita e avere la certezza di pagare tutti, a volte anche in anticipo; e adesso avere l'ansia di rifare i soldi investiti che altrimenti diventeranno a fondo perduto. I progetti erano vari e i soldi sono stati investiti in molti modi. Per gli emergenti, più che a farli conoscere, spero che questo progetto possa servire a farli provare a lavorare e confrontarsi con un mondo lavorativo differente da quello a cui sono abituati, per la pubblicità ci sono gli organi competenti. Il prossimo bando propongo di indirizzarlo agli addetti ai lavori per creare sul territorio toscano l'industria con cui queste 108 band (e le altre) dovrebbero lavorare, perché ricordo a tutti che molti dei fondi sono stati poi inevitabilmente spesi in altre regioni. E inoltre i pittori, gli scultori, la danza, il teatro... Salviamoli!
Rimane comunque un'iniziativa lodevole e rara, spero la prima di una lunga serie volta a finanziare l'arte partendo dal basso. L'arte che è espressione del sentimento genera pensiero, il pensiero genera la cultura e senza la cultura non c'è politica nuova che possa salvarci.
Non rimane che godervelo live sabato 3 dicembre @ Officina Giovani!
Per maggiori informazioni su Millelemmi
Pagina FB di Millelemmi aka Lemmi1000Rap
Francesca Nieri - ERBA magazine
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