Quando la Testa è Divina

Intervista allo street artist canadese che ha lasciato il segno anche a Firenze

 

 
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Raccontaci un po’ di te… Da quanto fai arte di strada? Qual è la tua storia artistica?
La street art non è stata la mia prima forma di espressione artistica: ho iniziato quando avevo 14 anni, usando diversi tag e sperimentando diversi stili. Ho capito che lo scarabocchio era la mia naturale espressione artistica: amavo scarabocchiare il mio banco di scuola; ricordo che dopo pochi mesi dall’inizio del liceo il mio banco era già completamente ricoperto di disegni e scarabocchi. Successivamente ho iniziato con la pittura ad olio su tela ed ho continuato ad adottare questa tecnica fino all’università. Ricordo che incontrai uno street artist dell’Islanda che mi spinse a tuffarmi in questa forma d’arte ed è da qui che è realmente iniziata la mia carriera di street artist. Fu un cambiamento liberatorio per me: i muri mi offrivano la possibilità di evolvere il modo in cui ero solito esprimermi. Un muro per me rappresenta la possibilità di lavorare in modo pubblico, su larga scala e di realizzare un’opera site specific, unica nel suo genere. È quindi da poco prima di un anno dal mio arrivo a Firenze che pratico la tecnica del wall painting. La differenza che ho notato tra il Canada, da dove provengo, e Firenze è che là si usa molto di più colori spray mentre in Italia è comune usare le cosiddette wheat pastes, un gel liquido e adesivo fatto con la farina di grano e molto usato per i collage. Ho sempre pensato che la mural art e i graffiti fossero la migliore modalità di espressione per me, fin da quando ero piccolo. 

Abbiamo avuto il piacere di veder spuntare le tue teste fatte di incroci di occhi, bocche e fisionomie bizzarre per le strade fiorentine a firma DT. Come sei arrivato a Firenze? Hai iniziato a fare arte di strada qua o già operavi in Canada, tuo paese di origine?
Grazie mille! Mentre ero a Firenze stavo sperimentando e sviluppando un simbolo, uno stile riconoscibile e devo dire che questa città ha profondamente influenzato la mia percezione sulla street art e sulle sua possibilità. Venire a Firenze per nove mesi grazie ad una borsa di studio della mia università è stata un’occasione di grande crescita. Anche il nome DivinaTesta è venuto fuori a Firenze. 

Nelle tue opere la testa diventa ‘divina’… Quale messaggio vuoi far passare? Che importanza ha per te e nel tuo lavoro la Testa?
Mi piace il nome DivinaTesta perché ha un doppio significato in italiano, inoltre è come se fosse scritto grammaticalmente scorretto, con l’aggettivo prima del nome. Mi piace l’idea che non abbia un reale significato linguistico e che le due parole di cui si compone abbiano significati autonomi e a sé stanti. In ogni caso, il senso di DivinaTesta proviene anche da un mio personale interesse verso le questioni spirituali, di un creatore universale, di un’unica testa da cui tutto ha avuto origine. In molti dei miei disegni privati, non ancora visibili per le strade, ho realizzato diagrammi degli infiniti strati che compongono l’individuo. Essi vogliono mostrare quel meraviglioso tunnel percettivo che si muove internamente ed esternamente al nostro corpo, il mondo esterno e la propria identità. Credo che ormai DivinaTesta stia prendendo una propria forma autonoma e questo è ironico, dato che ho creato questo personaggio proprio per rappresentarmi, ed esso finisce per essere solo un altro dei mille strati di cui una persona è composta.  

 
Poster Divinatesta vicino a Santa Croce a Firenze
PH by Francesca Nieri
 

Le tue ‘teste’ prima in bianco e nero si sono arricchite man mano di dettagli e sono diventate colorate con punti soprattutto rosa. Poi sei passato ad ‘isolare’, ‘immortalare’ nelle tue opere altre parti del corpo, gambe o dita da cui spunta l’osso che le collega al resto del corpo. Isolando singole parti anatomiche quale messaggio vuoi far arrivare a chi osserverà la tua opera?
Penso che le ossa siano un simbolo potente per molte persone. In contrasto con la carne, formano un memento mori, un simbolo ben identificabile. Mi sono ispirato all’uso delle mani e delle dita nei dipinti e nelle sculture rinascimentali. Vi sono molte opere in cui le articolazioni puntano verso terra, alludendo all’inferno o verso il cielo, alludendo invece al paradiso. È da qui che ho preso ispirazione per i miei simboli 

Ti esprimi soprattutto attraverso la Poster Art o Paste Up, tecnica che unisce il lavoro in laboratorio-studio alla realtà di strada con l’affissione delle opere sui muri cittadini, in location decise dall’artista, attraverso l’uso di colla. Quali sono i motivi che ti hanno fatto protendere per questa tecnica? Hai mai realizzato murales? Se sì puoi darci qualche anticipazione per andarli a vedere…
Ho iniziato a lavorare con questa tecnica nel tentativo di realizzare un qualcosa di qualità superiore, prendendomi il giusto tempo per la realizzazione. I tempi si accorciano visibilmente quando usi i colori spray, ma personalmente non mi ritenevo soddisfatto del risultato finale. Per i pezzi che ho realizzato a Firenze le wheat pastes erano perfette: consentono un lavoro veloce e un buon risultato finale!
A Firenze ho realizzato anche murales, ed è anche in assoluto il metodo di lavoro che preferisco perché posso prendermi i miei tempi e lavorare direttamente a contatto con la superficie. Alcuni dei lavori che ho realizzato a giro per Firenze, sono: il bagno del Caffè Note in Santo Spirito, in collaborazione con RMOGRL, che ha realizzato la sala principale. Ho anche realizzato un lavoro lungo le rive dell’Arno, in quello che è diventato ormai un punto di ritrovo per molti ragazzi. Inoltre mi è stato dato uno spazio all’interno dello Studio 40° dove realizzare una mia opera. Ad ogni modo, tutte le mie opere sono online sui miei profili Facebook e Twitter. 

Firenze ti ha adottato e ti ha subito apprezzato. In questi giorni farai parte del progetto ‘Residenze’ per artisti emergenti presso la Street Levels Gallery. Come ti sei trovato in questo pazzesco gruppo fiorentino? Ho visto che hai stretto particolari amicizie artistiche con Rmogrl e con Ache77. Cosa ha innescato queste collaborazioni e cosa condividi con loro?
Si, è stata un’esperienza fantastica condividere uno spazio con altri artisti così pieni di talento e di iniziativa! Mi sono trovato davvero bene con il loro metodo di lavoro, in particolare con Ache77. Prima di lasciare Firenze abbiamo realizzato una serie di 30 poster che combinati insieme creano 10 composizioni finite. Sono sparsi a giro per Firenze adesso. Anche l’incontro con RMOGRL è stato fondamentale per me: mi ha donato due dei muri su cui ho dipinto e ha condiviso con me il suo studio per alcuni progetti insieme. Ho avuto modo di conoscerlo grazie a una sorta di tutoraggio che lui ha svolto per me e per altri artisti. Inoltre il fatto che entrambi, RMOGRL e Ache77, fossero in grado di parlare inglese mi ha aiutato tanto dato che il  mio italiano non è migliorato molto in questi mesi…  

Adesso sei in Canada per studio. Al tuo ritorno a Firenze cosa dovremmo aspettarci?
Per adesso la mia priorità è finire gli studi in Canada. Una volta fatto questo vorrò sicuramente tornare in Italia e fare un giro in Inghilterra. I piani non sono ancora ben definiti, ma di sicuro continuerò ad occuparmi di street art e poi Firenze mi è rimasta nel cuore: trovo che sia un posto speciale con un sacco di energie positive!


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Versione dell'intervista a Divina Testa in lingua inglese (english version)*
*link in lingua inglese

 
grafica Divinatestagrafica Divinatestagrafica Divinatesta
 
Muro sulle sponde dell'ArnoCombo poster vicino ospedale S. Reparata FirenzePoster in via Alfani a Firenze
 
Disegno DivinatestaDisegno DivinatestaDisegno Divinatesta
 

Francesca Nieri e Gaia Zipoli - ERBA magazine
 
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Ultima revisione della pagina: 21/6/2017

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