Centinaia di film e romanzi sono ambientati in Italia. Il nostro territorio, si sa, è da sempre scenario perfetto per ogni genere di storia e vicenda ambientata in qualsiasi epoca: dall'inquietante visita di Hannibal Lecter a Firenze alla vacanza romana di Julia Roberts in Eat, Prey, Love, così come quella di Audrey Hepburn nel film del 1953.
Anche altri media artistici, però, non sono rimasti immuni al fascino del territorio italiano: i videogiochi.
L’Italian Videogame Programè nato con il fine di valorizzare e promuovere le regioni italiane per mezzo del medium videoludico, che ormai conta numerosi titoli ambientati in diverse parti della nostro paese. Il progetto è supportato dalI'Italian Film Commission e da AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani).
Dal sito ufficiale:
"I videogiochi possono diventare la soglia attraverso cui riscoprire il mondo che ci circonda. L’Italia possiede un patrimonio storico, architettonico, urbanistico senza eguali, un patrimonio che può essere valorizzato attraverso la realizzazione di videogiochi ambientati in Italia o legati alla cultura italiana."
Tre sono gli obbiettivi dell'IVIPRO:
Il territorio italiano, con grande disappunto di chi crede che i videogiochi non abbiano niente a che vedere con l'estetica, lo scenario e la bellezza, è stato sempre molto apprezzato e usato dai game designer.
Inoltre, molti sviluppatori indipendenti italiani hanno scelto di ambientare le proprie creazione proprio sul territorio nostrano. Basti pensare a The Town of Lightdel team toscano LKA (ecco l'intervista per ERBA Magazine) ambientato nell'ex manicomio di Volterra al napoletano Father and Son sviluppato dal Museo Archeologico di Napoli.
L'Italian Videogame Program è un progetto che non solo rende giustizia al medium videoludico come potentissimo strumento di comunicazione e avvicinamento dei più giovani alla bellezza del territorio italiano e alla sua cultura, ma dimostra anche di saper cogliere e sfruttare al meglio tutti i cambiamenti che la tecnologia informatica ha portato nel nostro mondo, non demonizzandoli (come purtroppo spesso capita) ma valorizzandoli.
Speriamo nell'eccellente riuscita di questo progetto.
Sarah Grossi -ERBA magazine
Punto Giovani Europa