Il linguaggio delle emozioni

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Tutti noi, in quanto persone, sperimentiamo il linguaggio delle emozioni anche se crediamo che la felicità, o l'assenza di dolore possa essere raggiunta con un militare controllo sul nostro vissuto emotivo.

C'è un abuso di inchiostro e di pareri circa le emozioni, la comunicazione, il riconoscimento ed il controllo delle stesse. Esiste una convinzione radicata: la dicotomia tra ragione e emozione (dal latino e-moveo, muovere verso), tra ciò che è oggettivo e ciò che è aleatorio.

Eppure, la nostra mente 'razionale' subisce una forte destabilizzazione se posta davanti ad un cucciolo di uomo, ad un cucciolo di animale o allo sguardo inebetito del nostro partner che pare perdersi nei nostri bulbi oculari.

Come definire il sentimento amoroso se depauperato della condivisione emotiva? Un contratto formalizzato o un accordo? Ad ogni persona, con la quale abbiamo stretto un legame, associamo un sorriso, un episodio gioioso, un ricordo che genera rabbia, un profumo, una canzone, un desiderio di contatto fisico, un arcobaleno emotivo che connota quel particolare legame attraverso il quale, spesso, è stato possibile conoscere le polarità opposte delle emozioni e verificare il nostro equilibrio psichico.
 
La competenza ad instaurare un legame e la sua qualità è direttamente correlata alla capacità empatica: la possibilità di porsi sulla stessa lunghezza d'onda emotiva di un'altra persona. Non esiste una ricetta per diventare 'empatici', occorre una motivazione alla base, unita ad un assetto di personalità armonico.

 

Infine, il riferimento ad una 'pioggia' di emozioni che sancisce un sentimento che è in grado di fondere due persone con la Natura:

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta (...)
E piove sui nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

Gabriele D'Annunzio (La pioggia nel pineto)

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016