Timidi? Niente paura

Il mio male peggiore è di non riuscire mai a dimenticare la mia presenza metafisica nella vita. Di qui, la timidezza trascendentale che terrorizza tutti i miei gesti, che toglie a tutte le mie frasi la linfa della semplicità, dell'emozione diretta.

Fernando Pessoa (Il poeta è un fingitore) 

 
 

Quando facciamo riferimento alla timidezza, vengono in mente espressioni come: l'arrossamento del volto (non dovuto ad eccessiva e incauta esposizione solare), impaccio comportamentale e dell'espressione verbale.

Da sottolineare che la timidezza non può e non deve essere considerata al pari di una patologia: può invece essere ascritta ad un tratto di personalità transitorio o permanente che, spesso, viene percepita in modo negativo dai diretti interessati. Molto frequentemente infatti, le persone timide temono e si vergognano dei cambiamenti fisiologici e comportamentali che manifestano, quali: tachicardia, incremento della sudorazione, arrossamento del volto, cambio della tonalità di voce ed altro.
 
La vergogna, per l'essere umano, presuppone un processo di riflessione, consapevolezza e confronto con modelli comportamentali che ha radici bibliche.
Adamo ed Eva, nel racconto biblico della creazione, «conobbero di essere nudi» e sperimentarono la vergogna solo dopo aver colto il frutto della conoscenza.

Niccolò Machiavelli sosteneva che «coloro che vincono, in qualunque modo vincano, mai non ne riportano vergogna»: sembra che la timidezza rappresenti un tratto che non deve essere associato a chi si dedica all'ascesa sociale e, attualmente, anche l'approccio d'indagine/riflessione presente sul web e fruibili con una semplice ricerca per parole chiave, sembra incoraggiare tale linea di pensiero e proporre addirittura cliniche in grado di trattare 'il problema'. Se riflettiamo sulle possibili situazioni capaci di generare la timidezza, possiamo ritenere che i fattori 'persona sconosciuta, situazione nuova' rappresentano, sicuramente, la fonte primaria.

E' difficile, se non impossibile, creare un elenco delle situazioni a rischio per manifestazioni di timidezza: qualsiasi situazione sperimentabile dall'essere umano potrebbe generare disagio. Ovviamente, un percorso di riconoscimento ed analisi del contesto emotivo correlato al manifestarsi della timidezza risulta utile al fine della gestione della stessa.

Occorrerebbe un elogio alla timidezza, aliena da connotati patologici, utile in un contesto che ci vorrebbe sempre perfettamente in grado di rapportarci ad ogni situazione, lontani anni luce da insicurezze e titubanze relazionali ma privi di uno spazio di benessere, volto anche al recupero del rispetto dello spazio dell'altro.

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016