Una riflessione di: Simone Cariota e Simone Ridi
A cura di: Viola Pierozzi e Stefania Rinaldi, CUT - Circuito Urbano Temporaneo
L’eternità dell’arte è un argomento su cui si è lungamente dibattuto nel corso della storia. Il concetto stesso di eternità è per l’essere umano mortale un pensiero ancora non codificato, un senso etimologico che lascia aperta l’interpretazione. Si tratta di un termine che indica l’estensione infinita nel tempo, che non ha principio né fine o un intervallo destinato a durare quanto il mondo, quanto l’uomo, con un inizio certo ma senza una fine prevedibile, che inevitabilmente giungerà?
Si è spesso affermato che l’arte sopravvive alla morte, resiste oltre i propri autori e preserva nel tempo l’immagine e la memoria dei soggetti ritratti e dei loro creatori. La testimonianza più alta di questa condizione immortale dell’opera è incarnata dal ruolo dei musei, che prendono le redini della tradizione e diventano luogo dell’eternità per eccellenza. Scrigni in cui custodire le opere d’Arte, le sale preservano e conservano le testimonianze dell’esistenza e del pensiero degli artisti e del gusto e delle abitudini del passato. In quest’ottica i musei si identificano come contenitori di cimeli di figure scomparse: artisti morti, committenti morti e soggetti morti, che esattamente come in un cimitero hanno il loro spazio per poter essere compianti, vegliati, venerati e ricordati. Questa condizione di immobilismo e contemplazione viene però in parte sovvertita dalle dinamiche e dalle necessità della contemporaneità, più che mai fedele all’hic et nunc e il dibattito che ne scaturisce ha portato l’urgenza nel 2022 nelle istituzioni di riscrivere la definizione stessa di museo utilizzando per la prima volta termini di apertura e partecipazione.
Cosa succede quindi quando viene chiesto a due artisti contemporanei di dialogare sull’assunto I musei non sono cimiteri?
Simone Ridi e Simone Cariota riflettono su questa affermazione utilizzando gli strumenti a loro congeniali e presentando al fruitore la stessa domanda declinata in una serie di possibili direzioni da percorrere.
Le riflessioni degli artisti si compenetrano all’interno di TranSpace, uno spazio indipendente di sperimentazione dei nuovi linguaggi del contemporaneo parte delle Residenze Creative di Officina Giovani.
La mostra rimane visitabile su prenotazione dal 9 ottobre al 30 ottobre 2022.