“Perché
non posso più andare a scuola papà?” “Perché siamo ebrei,
Liliana”. Una
storia dolorosa, indimenticabile, quella di Liliana Segre che a soli
13 anni viene deportata nel campo di concentramento di Auschwitz. Una
storia di cui il mondo deve farsi portatore per tramandare quello che
è stato e che non deve mai più accadere.
Un
racconto che nasce dalla personale esigenza di aiutare le giovani
coscienze a familiarizzare con fatti dolorosi che fanno parte del
nostro passato attraverso gli strumenti più adatti.
Il
testo, scritto da Daniela Palumbo, ci parla in modo semplice,
diretto. Racconta di un’infanzia felice e spensierata, quella di
Liliana bambina, di un’adolescenza stravolta, di un viaggio al
limite della sopravvivenza e di una prigionia che si fatica ad
immaginare. Di un ritorno, difficile, faticoso e di un amore, infine,
che fa rinascere. Questo lavoro di teatro sociale si mostra più che
mai fondamentale, imprescindibile in un momento storico in cui i temi
dell’immigrazione, della sovranità nazionale, dei confini, tornano
a dover essere affrontati in un modo nuovo.
La
forza del racconto di una vita reale, di fatti realmente accaduti,
rende tangibile la precarietà di molti traguardi civili raggiunti
dall’uomo. Può sempre succedere qualcosa che rischi di indebolire
queste certezze ritenute, fino a poco prima, pienamente condivise.
Ecco
allora che quei valori, di umanità, di uguaglianza, di tolleranza,
tornano a dover essere difesi, compresi, tutelati. La storia di
Liliana affronta non solo il tema della deportazione ma anche, ad
esempio, l’effetto della promulgazione delle leggi razziali che
porta alla privazione di una serie di diritti civili. Ancora, si
parla di clandestinità, del tentativo di fuga da un paese avverso,
l’Italia, verso uno neutrale, la Svizzera.
Lo
spettacolo trascende il mero racconto offrendo innumerevoli spunti di
dialogo col proprio pubblico. Dalla difficoltà di discernere il bene
e il male nel rapporto tra etica e legge scritta, allo sviluppo del
concetto di identità personale e collettiva, alla presa di coscienza
dell’importanza delle politiche di welfare e della tutela dello
Stato verso i suoi cittadini attraverso un sistema di protezione e
accoglienza.
La
crescita del senso civico si nutre anche di questo tipo di lavori
teatrali.
La
cultura resta l’unico strumento per combattere l’odio, la
violenza, la discriminazione. È Liliana che ci insegna tutto ciò e
noi con questo spettacolo, la aiutiamo a portare avanti questo
messaggio.
Per maggiori informazioni sullo spettacolo
Data
dello spettacolo:
25 novembre 2025
Luogo:
Teatro
Magnolfi (via Gobetti, 79 - Prato)
Orario:
ore
9.00
Ingresso
gratuito
Diversi
ragazzi e ragazze hanno risposto alla domanda: “Come ti vedi?”.
Decine di interviste effettuate all’interno di alcuni laboratori
curati dalla Compagnia TeatroinMovimento hanno evidenziato nella
maggior parte degli “interpellati” un grande bisogno di
identificazione, una forte tendenza a plasmare se stessi e le proprie
aspirazioni su modelli offerti dal web, televisione sport musica etc,
e non ultima, la grande difficoltà ad accettare le proprie diversità
ed offrirle come valore aggiunto.
Non
tutti i nasi vengono col piercing parte
da queste riflessioni e nasce dopo un’immersione totale nel mondo
dei nostri adolescenti ‘precoci’.
Per maggiori informazioni sullo spettacolo
Data dello spettacolo: 3 dicembre 2025
Luogo: Teatro Magnolfi (via Gobetti, 79 - Prato)
Orario: ore 9.00
Ingresso
gratuito
Ginevra
è una maestra di judo, cintura nera terzo dan, che frequenta lo Star
Judo Club di Scampia (Napoli) di Gianni Maddaloni (O’ Maé), padre
del judoka Pino, Campione Olimpico a Sidney 2000.
La
palestra di Maddaloni non è solo un centro sportivo, ma un vero e
proprio “clan del bene”, un luogo aperto a tutti e punto di
riferimento per i ragazzi e le loro famiglie in un territorio
oppresso dalla camorra.
La
storia di Ginevra è legata a doppio filo con quella di Filippo,
quindici anni e un destino segnato: un padre camorrista in galera e
un fratello maggiore considerato “eroe” per la sua inclemenza nel
riscuotere il pizzo, un amico del cuore con cui condivide scippi e
“soldi facili”. Abitano a Scampia, dove il futuro dà loro una
sola possibilità: entrare nel “sistema”, la camorra. Grazie ai
valori trasmessi dallo sport, alla fiducia di Ginevra e degli amici e
alla figura del Maestro, Filippo riesce a costruirsi un futuro
diverso: di fiducia, legalità e bellezza.
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Data
dello spettacolo:
16 dicembre 2025
Luogo: Teatro Magnolfi (via
Gobetti, 79 - Prato)
Orario:
ore
9.00
Ingresso
gratuito
Sconfinatamente è un contenitore di storie giovani migranti, di acerbi nativi, di
lingue differenti che si riconoscono in un unico linguaggio.
Storie
che invitano il giovane spettatore a ridisegnare un nuovo spazio dove
incontrare ed incontrarsi.
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Data
dello spettacolo:
25 febbraio 2026
Luogo:
sala
Eventi di Officina Giovani
Orario:
ore
9.00
Ingresso gratuito
Una
storia di riscatto e passione: quella di Alfonsina Morini in Strada,
la prima donna che ha partecipato al Giro d’Italia.
Nel
Regno d’Italia di inizio ‘900, il ciclismo era uno sport
prettamente maschile e le donne che lo praticavano, oltre a essere
molto rare, erano spesso oggetto di discriminazioni, derisione e
critica sociale. Alfonsina apre la strada alle donne nello sport più
epico ed eroico di tutti i tempi e conquista, tappa dopo tappa, la
sua libertà e l’affetto popolare.
Una
storia di emancipazione e coraggio che attraverso i linguaggi
artistici del teatro, della musica e delle video proiezioni, offre
l’occasione di affrontare con i ragazzi e le ragazze tematiche
quali parità di genere, diritti universali, riscatto sociale.
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Data
dello spettacolo:
17 marzo 2026
Luogo:
sala
Eventi di Officina Giovani
Orario:
ore
9.00
Ingresso gratuito
Palermo
è una città capovolta. Una città che ha il suo doppio al rovescio,
ma Palermo è solo un simbolo, poiché “capovolta” è qualsiasi
realtà in cui convivono due leggi: quella della giustizia e quella
della prepotenza. Ci siamo ispirati al testo di Luigi Garlando, Per
questo mi chiamo Giovanni, perché abbiamo sentito l’urgenza di non
lasciare indimenticato il tema della mafia e per sensibilizzare alla
responsabilità civile che ognuno deve assumersi per contrastarne le
logiche, anche quando di certi argomenti si parla meno, sopraffatti
dalle mode mediatiche del momento. Vedere questo tema affiancato, nel
testo di Garlando, a quello del bullismo, ci ha dato la spinta per
pensare a uno spettacolo che potesse parlare a ragazzi e adulti,
giovani e meno giovani. Perché Palermo, in questa messinscena, è
solo un luogo simbolo, poiché la mafia esiste dappertutto, così
come gli episodi di bullismo. E questi due temi sono molto più
affini di quanto si creda, come due facce di una stessa medaglia: due
fenomeni all’apparenza diversi, ma che si muovono con le stesse
dinamiche, avendo come punto di congiunzione un atteggiamento di
prepotenza che genera subordinazione e omertà.
Inoltre,
come Associazione Culturale e come Compagnia Teatrale, ci siamo
sentiti in dovere di raccontare la storia di Giovanni Falcone, ciò
che ha fatto, costruito e messo in atto, quello che ha sacrificato in
nome del bene comune. Ci è parso importante fare in modo che il
pubblico entrasse in contatto con la sua dimensione anche umana. Per
questo abbiamo scelto di mostrare, attraverso gli occhi di una
bambina, le tappe principali della sua vita. È grazie a questo
sguardo, stupito e curioso, che emerge in tutta la sua evidenza il
parallelismo tra le dinamiche che governano il bullismo e quelle in
cui si muove la mafia.
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Data
dello spettacolo:
20 marzo 2026
Luogo:
sala
Eventi di Officina Giovani
Orario:
ore
9.00
Ingresso gratuito
Tutto
comincia
da
un goal non segnato. Con un comune errore di gioco, svanisce un sogno
e ogni speranza di un futuro migliore. Il senso di fallimento segna
Daniel fin da bambino e diventa la miccia e la benzina di
un’insoddisfazione
crescente, che lo porta durante la scuola media a essere un vero e
proprio “bullo”. Ero un bullo, tratto dal libro di Andrea
Franzoso, racconta ai ragazzi una storia di crescita e di cambiamento
che attraversa tutte le età dell’adolescenza e che ha il fascino
unico della storia vera: Daniel Zaccaro esiste davvero. Una
fotografia e un racconto di istanti, che si avvarrà di pochi e
simbolici elementi scenografici e dell’oggettistica fondamentale al
racconto. Tramite luci, musiche e atmosfere sonore, un’attenzione
particolare sarà data ai tre livelli relazionali: con sé
stesso, con l’altro, con il gruppo.
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Data
dello spettacolo: 28 aprile 2026
Luogo:
sala
Eventi di Officina Giovani
Orario:
ore
9.00
Ingresso gratuito